Batteria di pentole in alluminio
Vecchia batteria di pentole in alluminio grezzo degli anni trenta circa , composta da vari pezziin buono stato di mantenimento.
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Antiquariato Siciliano
Vecchia batteria di pentole in alluminio grezzo degli anni trenta circa , composta da vari pezziin buono stato di mantenimento.
Qafiz (arabo:قفيز) o Cafiz è una misura tradizionale araba di volume. È ancora usata in almeno una nazione – la Libia – per misurare la quantità di olio di oliva. In Libia misura all’incirca 7 litri. Una misura da essa derivata (il cafisu, cafiso o caffiso) è ancora in uso a Malta, Calabria e Sicilia e viene anche essa usata per l’olio di oliva, generalmente ha una capacità di 16-17 litri. In particolare, nella zona etnea della Sicilia, il cafiso di olio equivale a 16 chili, giacché in questo territorio tradizionalmente l’olio viene misurato in unità di peso piuttosto che in unità di volume. Anticamente un’unità di misura omonima (detta anche cafesse) veniva usata per misurare il grano.
Fonte: Wikipedia
Forme con vari soggetti in terracotta smaltata che venivano utilizzate anticamente per modellare e dare forma alla marmellata di mele cotogno una ricetta tipica in uso tutt’ora in Sicilia .
burnia ( arabo Buhya)
e burniuni, contenitori in terracotta per alimenti.
Alternativa casalinga al barattolo in latta, cugino industriale, è sempre stata usatissima in estate per le conserve. Il suo utilizzo ebbe una decisa flessione da quando, con l’inizio degli anni ’60 si affermarono i barattoli in vetro col tappo in latta e la chiusura a baionetta, soprattutto per il diffondersi del consumo di prodotti conservati industriali. In questi recenti anni c’è un ritorno alla bürnìa utilizzata semplicemente come contenitore, mentre nell’utilizzo conserviero è stata soppiantata dai vari barattoli con tappo a vite e capsula di tenuta
Anfora olearia con orlo ingrossato, collo corto, spalla accentuata, pancia sferica, piede ad anello, anse verticali a sezione cilindrica. Integra, di epoca antica smaltata e dipinta a mano
Pentola , viene dal latino volgare “pinta”, derivante secondo alcuni da “pincta”, recipiente di terracotta internamente invetriato, secondo altri da “pendula”, in quanto pendente dalla catena posta nel camino. Le pentole più antiche erano realizzate in terracotta od in pietra ollare. Il primo metallo ad essere impiegato per la loro realizzazione fu il bronzo, seguito probabilmente in epoca medievale dal ferro, ambedue lavorati per fusione.
E’ solo nel periodo rinascimentale che compaiono le pentole in rame, destinate a restare largamente in uso fino al XIX secolo.
Sulla sinistra un Catuso o Cantaru nel dialetto siciliano , dal greco ( Kantarus )veniva utilizzato come vaso da notte e poi svuotato regolarmente , si teneva sotto il letto in modo da essere celato da occhi indiscreti .